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venerdì 31 agosto 2012

Sono solo al quinto giorno

Stamattina stavo per fare una stronzata. Stavo per riunire i miei soci dicendo loro che mi dispiaceva, ma che avendo vinto una forte somma di denaro non avrei avuto più motivo per alzarmi la mattina e andare lì a rompermi i coglioni. Per cosa? Cioè, chi me lo fa fare sant'iddio. Poi dopo ho ragionato. Io non ho vinto una beata mazza, e se non vado a lavorare son cazzi. Mi son salvato in extremis.

giovedì 30 agosto 2012

La libertà è una cosa che in molti credono di avere, essere un pirla è una libertà che non tutti sono in grado di prendersi

Quando avevo 18 anni desideravo la patente e di conseguenza la macchina più di ogni altra cosa al mondo, perchè significavano libertà: libertà di andare dove cazzo mi pareva e quando stracazzo mi pareva, ma soprattutto SE mi pareva; di vedere il "mondo", di esplorare strade e percorsi su cui mi sarei perso poi decine e decine di volte, insomma la libertà di scappare dalla solita routine del paesello che tanto è bello ma tanto porca troia ti relega in quei quattro soliti miseri chilometri quadrati quando fuori invece c'è tutto un mondo che ti aspetta e tu se vuoi te lo puoi prendere. O quantomeno ci puoi provare. Feci la patente e superai brillantemente gli esami. Non è vero, non li passai brillantemente però lì passai subito e tanto mi bastava, eccheccazzo. Quello stronzo dell'esaminatore di guida mi tenne lì tre minuti a farmi cacare sotto con i goccioloni freddi che mi scendevano lungo la schiena, facendomi credere che non ero idoneo a condurre un autoveicolo per una cazzo di frazione di puttanata che avevo fatto, tra l'altro per l'agitazione, mica perchè ero imbranato. Comunque. Era il 16 luglio 1997, e di lì a poche settimane sarei andato in vacanza con gli amici. La prima vacanza "da solo", senza il controllo dei miei genitori. Yuhuuuuu!!! Ricordo che prima di partire quel fratocuggino del mio amico mi disse oh, và che mio papà nel piazzale ha in vendita l'auto che fa per te. All'epoca io sapevo alla perfezione qual'era l'auto che faceva per me: un'auto bella, sportiva, aggressiva, con un motore della madonna, veloce, che attirasse le ragazze come il miele gli orsi (all'epoca credevo che la macchina giocasse un ruolo fondamentale in quello, l'avevo imparato da Vasco in Colpa d'Alfredo: per me è la macchina che c'ha -il negro- che conta!), che non bevesse un cazzo e che soprattutto che costasse poco. L'auto che mi propose il mio amico fu una Uno diesel (manco turbo) del 1993, appartenuta a un veterinario che percorreva per il 99% strade sterrate piene di buche, con la fantascientifica potenza di 54 cavalli bolsi e con la bellezza di 119.500 km, per la modica cifra di soli settemilionicinquecentomila lire. Praticamente 'nammerda color verde petrol con attaccate quattro ruote. Optai comunque per quella, perchè ovviamente la macchina per come l'avevo idealizzata io nella realtà non poteva esistere, anche se in fondo all'intestino crasso continuavo sempre a sperarci. E allora andai dal babbo. Papà, lo sai, sono sempre stato un bravo figliuolo, non ho mai creato problemi, sono sempre stato promosso, lavoro assiduamente come un negro anche se non sono mai stato citato nelle canzoni di Vasco e verso una buona parte del mio stipendio in casa, non m'hanno mai messo in galera, non bevo non bestemmio non fumo e non mi drogo, cioè, voglio dire: non è che mi comperi la macchina? Sai, là da Diego c'è una Uno che costa solo sette milioni e mezzo, gli ho dato un'occhiata e sembra l'auto perfetta per me... va a piano, non è un bolide di quelli che fanno schiantare su un albero i diciottenni... poi sai che io sono bravo no?! Cioè, non voglio insistere, ma hai capito vero? Eh? Eh? Eh??? ;-D

Quindi partii per le vacanze, e quando tornai a casa ecco la sorpresa di tutte le sorprese: parcheggiata in garage c'era una Fiat Uno verdona, pulita, profumata, con l'Arbre Magique attaccato allo specchietto retrovisore e porco cazzo la figata era che questa macchina era tutta mia. Grazie della sorpresa papà, grazie, grazie, grazie!!!!! Per l'occasione ebbi un attacco di cuore, o forse anche due, quasi mi pisciai addosso, mi misi a scondinzolare, cacciai un ululato e saltai subito sul sedile di guida per correre immediatamente a fare il giro da tutti i miei amici: all'epoca non esistevano ancora i cellulari nè internet, o magari i cellulari sì, ma io per motivi che mi pare superfluo enunciare il cellulare manco sapevo che cazzo era. Insomma, ora ero un bambino felice. Anzi, felicissimo. Felicissimo del regalo, e felicissimo della mia macchina. Anzi, felicissimo del mio rottame, perchè di lì a una settimana cominciò a rompersi qualsiasi cosa stesse posizionata sotto al cofano, ma non tutto insieme: un pezzo per volta, per i successivi sei mesi. Fa niente, io pagavo, bestemmiavo, smadonnavo però ero felice lo stesso: avevo la mia macchina, ci avevo messo un'autoradio da sturbo e avevo un'impianto stereo che se alzavo il volume esplodevano i finestrini, andavo dappertutto e mi sentivo Dio. Anzi, ero Dio. Cioè, lo sono ancora, mica che nel frattempo ho ceduto il posto a qualcun'altro, solo che allora avevo iniziato a esserne consapevole. La mia macchina cazzo. Figata. Ci macinavo chilometri e chilometri, qualche anno dopo in una sera d'esate ne feci addirittura 134 gironzolando solamente avanti e indietro per il paese con i soliti 4 buzzurri dei miei amici. Figurarsi quando andavo a fare un giro in giro, il Camel Trophy mi faceva una pippa. Ah... che soddisfazioni quell'auto!

Gli anni passavano, e io ero sempre più contento di quel merdaio verdone che non lavavo mai, nè dentro nè fuori, con gli interni dei sedili strappati, con la fiancata sinistra distrutta, con le piante di granturco che crescevano nel baule, con le marce che grattavano, con la pompa del gasolio che ogni tanto partiva da sola e accelerava fino a 2500 giri, con gli ammortizzatori scoppiati, con il cruscotto che non si illuminava più, con i tweeter davanti che erano esplosi, con il contachilometri che continuava a girare e girare e girare e con l'assicurazione che ogni anno grazie a dio costava sempre qualcosina meno. Dicevo, gli anni passavano e io diventavo grande. Un giorno mio padre mi prese in disparte e mi disse: figliuolo, è ora che tu inizi a preoccuparti dei tuoi affari, mi sono scassato il cazzo di tenerti la contabilità della banca ma soprattutto è giusto che lo faccia tu, non puoi fottertene sempre a questo modo. Ah, va bene cazzo, in effetti hai anche un po' ragione; dai insegnami tutto. Tu mi dici quello che devo fare, e io lo faccio. Ancora non esisteva Pino La Lavatrice, ma io ero già un suo adepto. Così, dopo aver appreso la teoria, pigliai quel cazzo di faldone relativo al mio conto in banca e iniziai a tenerlo aggiornato ad ogni movimento che facevo: prelievi, bancomat, stipendi, assegni, interessi, cazzi e mazzi. Un giorno mi pigliò la curiosità. Ma da quando cazzo è che c'ho sto conto io? Presi a sfogliare all'indietro le schede del faldone, fino a quando arrivai a una scheda in particolare sulla quale mi soffermai. Era la scheda di agosto dell'anno del signore millenovecentonovantasette. Notai che quel mese ci fu un prelievo dal mio conto corrente di settemilionicinquecentomila lire, tanti quanti ne erano serviti per comperare la Uno. Toh, guarda un po' che coicidenza! Sì ma, un momento, che cazzo ci ho comperato io con quei soldi? Faccia con espressione da paracarro. Uno, due, tre, quattro secondi... poi l'illuminazione arrivò, e capii. Poi bestemmiai. Mio padre mi aveva regalato l'auto con i miei soldi. Riavvolsi il nastro della mia mente, e ripensandoci bene in effetti all'epoca gli chiesi di comperarmi la macchina, non di regalarmela. Fu lì, davanti al faldone della banca che capii di essere sì un dio, ma il dio dei pirla però. E capii anche a cosa cazzo serviva la delega di firma sul conto.

Queste troiate se le è inventate l'uomo, in natura non esistono. Fanculo!

In ferie dormivo mica male, la sveglia era quasi sempre minimo alle 8.30 del mattino e se durante la giornata ci scappava qualche dormitino... perchè no; quindi mi son messo da parte un po' di ore di sonno che non si sa mai che possano venire buone per i periodi di carestia. Cioè, credevo. Mò cazzoporco son 4 giorni che vado a lavorare e che la sveglia suona prima delle 7. Lunedì son saltato su dal letto come una scheggia e alle otto meno cinque ero al lavoro; martedì mi son alzato un attimino dopo e come orario son arrivato al lavoro sul filo del rasoio. Ieri a svegliarmi ho fatto fatica, son arrivato al lavoro in ritardo di un paio di minuti. Stamattina però. Stamattina la sveglia era un rumore indefinito che scassava il cazzo mentre cercavo di capire cosa diamine stesse succedendo, mi sentivo completamente spaesato, non sapevo in quale luogo e in quale tempo mi trovassi e desideravo che qualcuno staccasse al più presto la spina a quella cazzo di sveglia oppure anche direttamente a me stesso. A fatica, dopo 20 minuti di tortura, mi son alzato dal letto, sono andato a sedermi sulla tazza del cesso e ho cagato a occhi chiusi sorreggendomi la fronte con una mano. Ho dovuto fare una doccia con temperatura dell'acqua a -5° C, praticamente dallo spruzzino usciva il ghiaccio per la granita ed è stato così che già al quarto giorno di lavoro ho dato il buongiorno alla nuova stagione lavorativa con un urlo da maiale scotennato e una serie maligna di porchi indirizzati a tutto l'elenco telefonico del paradiso.

Non va bene porco cazzo, non è una cosa che mi fa bene alla salute. Io sono diverso dagli altri esseri umani, io non posso dover andare a lavorare ogni stracazzo di giorno. Io sono un uomo libero, un cavallo selvaggio. Anzi, magari non proprio un cavallo, forse un maiale. E neanche selvaggio, piuttosto semmai solo selvatico.

Signore ti prego salvami, sono convinto che una vita sola non basti, con tutte le cose belle da fare e da vivere  non posso camparne solo una. Per di più lavorando dio santo, buttando nello scarico del cesso la maggior parte del tempo a mia disposizione. Ieri ragionavo sul fatto che nei prossimi 50 anni avrei a disposizione circa 18.000 giorni da vivere. Perchè cazzo non li posso tenere tutti per me? Perchè cazzo li devo lavorare? Sì, lo so il perchè, però mi girano i coglioni. Pensa avere 18mila giorni consecutivi di ferie davanti. Io da grande voglio fare il barbone. O in alternativa il milionario.

Ah, fra parentesi, non c'entra un cazzo ma involontariamente sto insegnando un sacco di parolacce ai miei genitori che le ripetono manco fossero pappagalli.

mercoledì 29 agosto 2012

Sono immerso nello stress, bevo un po' e dopo vado al cess

Ogni tanto qualche canzone bellina la si sente ancora in giro eh, ma son tutte vecchie. Sì, a me piacciono le canzoni vecchie, mica Tiziano Ferro o il Pulcino Pio. Dio, qualcosa di nuovo che mi piace c'è comunque eh... ma non metto le canzoni sullo stesso piano. Ho ascoltato la mia prima musica dai 33 giri di mio padre, ed in particolare di questo album seguivo pure i testi in inglese mentre il volume era a palla... anche se non capivo una mazza. In 4a elementare lo conoscevo a memoria.


Poi, dopo Bimbo Mix, quando sono stato un po' più grandicello (un bel po') mi sono appassionato alla musica americana che mio padre non aveva, e grazie a Imesh (c'è qualcuno che lo usava a parte me?) e Emule mi sono scaricato migliaia e migliaia di brani. Nonostante questo continuavo a sentire la musica che mio padre aveva portato in casa quand'ero piccolo, non più su vinile ma su musicassetta, in modo che potessi ascoltarmela pure in macchina. Certo è che scaricare musica da internet sarà pure comodo e gratuito, ma ha un limite. Non puoi avere in casa degli album con copertine alla Gil Ventura, tipo quelli che conservo in taverna.



Credo che se non fosse stato per ste copertine il sax non mi sarebbe mai piaciuto.

domenica 26 agosto 2012

Dio maringù go vinsìt un casitù

Ho scritto a una multinazionale del thè (quello in bustina che bevi a colazione o quando cazzo ti fa più piacere), a causa di una scatola di prodotto difettoso. Mi hanno risposto molto cordialmente 3 settimane dopo, manderanno un corriere espresso a loro spese a casa mia per ritirarlo in modo da capire cosa sia successo e nel frattempo mi hanno spedito un omaggio. Mah. In caso speriamo mi abbiano mandato il tipo di thè che bevo io, che gli altri non dico che mi fanno cagare ma avendoli sperimentati tutti non me ne frega una cippa di cazzo di berli. Pur apprezzando moltissimo il loro gesto.

Casa mia è infestata dagli spiriti. Non spaventano nessuno, però rompono i coglioni. Abbestia proprio.

Poco fa ho avuto un attacco di mal di pancia, sono andato a defecare e con sorpresa ho riscoperto le emorroidi. Cioè, credo. In alternativa ho un male brutto che mi fa cacare sangue, ma speriamo di no. Per quanto fastidiose son meglio le emorroidi (ricorda: sempre trovare un lato positivo nelle cose).

Finalmente mio padre è riuscito ad affittare il suo bilocale, tramite agenzia immobiliare. Mio padre ha capito, tramite un pò mio cugino che abita di sotto, un pò tramite il picciotto dell'agenzia, che il nuovo futuro inquilino ha un bar, un disco, un lap, go mia capìt cusa ostia el fà. Quello che ho capito io ma che non ho ancora detto a mio padre è che il tizio, che ha un locale di lap dance malfamato poco distante, che ha un pacco di soldi così, col cazzo che va ad abitare in un bilocale arredato di 42 mq. Con tutta probabilità ci infilerà dentro qualche baldracca, e io mi auguro che ste zoccole non battano pure a casa.

Il mio mantra dev'essere questo: la vita è tutto quello che fai al di fuori del lavoro. Il lavoro non è la tua vita, è il mezzo che usi per procurarti denaro legalmente.

Ah, domani ricomincio a lavorare, per tenermi in allenamento in queste 3 settimane ho dovuto fare e ricevere alcune telefonate ed andare in ufficio 3 volte. Io che mi illudevo di non pensare a niente di tutto questo per 22 giorni. Idiota. Il pensiero di alzarmi domattina prima delle sette, di indossare dei pantaloni lunghi, una camicia, delle scarpe chiuse, di vedere quella faccia di cazzo del mio socio, di rimettere in funzione il cervello, di affrontare problemi quali fatturato, debiti, clienti che non pagano, clienti falliti durante le vacanze che non pagheranno, contenziosi lasciati in sospeso e altri cazzi roccosiffrediani vari mi intristisce moltissimo. Per non parlare dei quattromila chilometri mensili che andranno ad aggiungersi ai duemilacinquecento che già faccio per i cazzi miei. Signore, dammi la forza. Oppure stroncami nel sonno questa notte stessa, bada bene però che non voglio accorgermi di nulla.

Oggi, in un momento di felicità estrema, mentre ero a piedi nudi, ho incautamente inciampato in un cazzo di attrezzo con il mignolo del piede destro. Ho saltato e ululato come un cane, mentre la ragazza sghignazzava. L'unghia del piede nel frattempo si è annerita, ed è pure andata in frantumi.

Fra contante ritirato in banca, denaro ritirato al bancomat, spese pagate con il bancomat, spese pagate con la carta di credito, assegno staccato per il premio dell'assicurazione dell'auto, questo mese ho bruciato un puttanaio e mezzo di soldi. Anzi, un puttanaio e tre quarti. E già solo mezzo puttanaio è una cifra di quelle che farebbero cadere le palle nel cesso ad Aristotele Onassis. Sovrapprezzo, alla fine del mese manca ancora una settimana. Come se fosse un periodo in cui navigo nell'oro.

Fra le varie ipotesi che sto prendendo in considerazione per integrare le mie finanze ho inserito la vendita del sangue e pure quella del seme. Se qualcuno fosse disposto a comperarsi la mia merda gli venderei pure quella, e sono convinto che con quella potrei farci un sacco di soldi. Le altre ipotesi che ho preso in considerazione sono più o meno illegali, per cui non mi sembra il caso di divulgarle in mondovisione. Che sarò un pirla, ma mica so' così strunz.

Ah, mi sono giocato pure la dentiera del nonno al superenalotto e al Turista per sempre, ma non ho vinto manco i peli del culo dell'orso Yoghi. Meno male (per modo di dire) che il nonno è già morto, altrimenti sarebbe morto di fame.

Per quanto possa essere ignobile tutto quel che commette Tony Soprano, provo una grande simpatia per lui. Perchè va bene è un boss della mafia e bla bla bla, ma con tutti i grattacapi, i problemi, le rotture di coglioni, le rogne e le seccature che si sobbarca, umanamente sto dalla sua parte. Anzi, fossi in lui ammazzerei anche più persone senza passare dal via e senza ritirare le 20.000 lire.

E mò piglio un gancio da macellaio, me lo infilzo nei coglioni e vado a dormire appeso per i suddetti al soffitto in attesa che domani mattina suoni la sveglia. Sempre che il buon (?) dio non mi faccia svegliare prima con la sciolta.

La vita è tutto quello che fai al di fuori del lavoro. Il lavoro non è la tua vita, è il mezzo che usi per procurarti denaro legalmente.

Bestemmie.

lunedì 20 agosto 2012

Bevo per dimenticare... che reinizierò a lavorare

Se a uno vanno male le vacanze lo cose sono due: o gli è andata di sfiga, o è uno che non è tagliato per le vacanze. Ecco, a me quest'anno in vacanza non è andata di sfiga, e ho l'ardire di affermare che io per le vacanze ci sono proprio tagliato. A me le vacanze ci stanno bene addosso come un vestito fatto su misura, e con grande gioia mi sono pure alcolizzato dibbrutto. Tutto Ok quindi, a parte un'indigestione dovuta al fatto che ho sempre magnato e bevuto come un porco e che per 4 giorni consecutivi non ho fatto la cacca.


Ci tengo a sottolineare che eran tutte da 66, che mai e poi mai in vacanza si pecchi con una squallida birretta da 33. Sacrilegio. Ah, prima che passi per ubriacone vero va detto che con ste birrozze ci siamo alcolizzati in due, quindi almeno tre o quattro di sicuro non sono mie. Anche se queste sono solo quelle scolate in ambito casalingo, eslcudendo quindi quelle bevute quando abbiamo maggnato al ristorante.

Detto questo cari amici vi verrò a trovare prossimamente su questi teleschermi, adesso devo d'anna', che c'ho du pratiche da sbriga'. Buona fine estate!

venerdì 10 agosto 2012

Grazia, Graziella e grazie al cazzo

Stamattina ho visto un ragazzino troppo giusto. Era già in età motorizzabile, e stava pedalando per il paese in sella alla sua bici mezza demolita. Una Graziella. Porca troia che evento! E' già raro vedere un ragazzino che non abbia il culo poggiato su uno scooter, ma sono anni che non ne vedevo uno con la Graziella. A dire il vero sono proprio anni che non vedo più nemmeno la Graziella eh, ma appunto figuriamoci vederci sopra un giovine. Cazzoporco, ai tempi la Graziella era anche la mia bici. Mia... cioè, avevo sequestrato e fatto mia quella che parecchio tempo prima fu la bici bella di mia madre, e come tutti i ragazzini debosciati ero stato capace di distruggerla in pochi mesi dopo che era stata conservata con tanta cura per anni e anni nella cantina del nonno. Aveva un copertone bianco e uno nero, la sella bucata, era "sgrentata" in ogni dove, a un certo punto le mancava anche una staffa, il campanello però scampanellava abbestia ed era una goduria rompere i coglioni per tutto il paese con quell'aggeggio malefico. Con la Graziella ci andavo dappertutto: a scuola, a pescare, al fiume, per le campagne, a correre, impennavo, ci andavamo in due e quello dietro poteva scegliere se stare seduto o in piedi, e a volte ci andavamo anche in tre. Detta così con quest'ultima frase la Graziella più che una bici potrebbe sembrare una gran bagascia, in realtà era una fedele compagna di avventure. Finquando però non la mollai per un Sì, nonostante il mio sogno erotico mostruosamente proibito fosse la Vespa. Ma questa è un'altra storia. Che dato che non c'ho un cazzo da fare vi racconto brevemente: del Sì ero innamorato, era troppo ficuficu anche se non andava avanti neanche a incularlo. E poi cazzo, vuoi mettere andare in giro in due col Sì come si sta comodi? Qualche mio amico aveva il Ciao, e ogni volta che ci si andava in due si faceva a gara per chi doveva soffrire di più: quello che guidava doveva prendersi la punta del sellino nel culo, quello dietro scaricava tutto il peso del suo corpo sulle palle, che erano l'unica cosa appoggiata sulla sella. La Vespa però continuava a piacermi nonostante col Sì mi trovassi benissimo, e per anni, anche dopo aver preso la patente, l'ho sempre guardata con l'occhio languido. Però. Però l'altra sera ero a casa del fratello di un mio amico e in cortile aveva due Vespe. Mi ha detto che se la voglio una me la vende. Raga', mi son pisciato addosso... vi dico solo questo.

giovedì 9 agosto 2012

Way to the promised land un par de palle, sono a duecento all'ora su una highway to hell

Sta cazzo di jurnà è stata na fetenzìa, ha cominciato a girare bene solo poco fa quando a cena mi sono abboffato come un animale e ho fatto il pieno di birra. Dice il terrone che faccio cacare, che viaggiare a birre da 66 è roba da muratori che se lo possono permettere in quanto almeno loro la smaltiscono, io invece non faccio una minchia (cum magno gaudio) e il nettare di dio mi entra in circolo migliorando in modo spropositato il tono dell'umore. Dice sempre sto cazzo di terrone rinsavito di stare attento, che sto muovendo i primi passi verso l'alcolismo e non è bello. Beh, ecco... minnifuttu, è un fratello e a sto terrone gli voglio bene uguale. Anche perchè se guardo da che pulpito mi arriva la predica finisco per terra sganasciato dal ridere. Pace e bene ragazzi, fate i bravi. Io sono in ferie, per le 23 vado ad alcolizzarmi nei campi con un mio amico che sta irrigando e il giorno in cui arriverà la mia ora piscierò sulle scarpe a Satana.

Freedom



E' da un po' che manco qui... cazzocidevofare, quantomeno per il reato di diserzione hanno smesso di passare per le armi. Oltretutto c'ho pure un browser della minchia che ogni volta che lo apro si incrista e mi fa venire un herpes uallerale, mi sa che uno di questi giorni Blogspot se ne vola a fare in culo fuori dalla finestra prima che quello stronzo di Butch riesca a dire "crostata di mirtilli".

Per la cronaca io sono in ferie, e tre quarti del mondo civile me lo possono solo sucare. L'altro quarto faccia un po' quel cazzo che gli pare, mentre il mondo incivile lo invito per intero a cena con fagiolata e rutto libero. E' assai gradito presentarsi con un paio di birre in mano, anche se non è necessario.

Comunque adoro viaggiare di notte, specie d'estate, guidando con lo stereo a palla. In viaggio con te c'è un'atmosfera magica che ti accompagna, l'importante è restare svegli ma un caffè a mezzanotte fatto col cu-cu-cuore da un fratocuggino può fare miracoli. Può anche non farti dormire fino all'alba mi sa, e in questo caso mi sentirà smadonnare a centinaia di chilometri di distanza.


E mò fatevela 'na risata, che magari domani schiattate! Anzi, facciamocela, e nel frattempo guardate da un'altra parte che io mi do una sacrosanta ravanata.