ATTENZIONE: proteggete i vostri pargoli, non fate loro leggere il blog dello Smilzo.

giovedì 30 agosto 2012

La libertà è una cosa che in molti credono di avere, essere un pirla è una libertà che non tutti sono in grado di prendersi

Quando avevo 18 anni desideravo la patente e di conseguenza la macchina più di ogni altra cosa al mondo, perchè significavano libertà: libertà di andare dove cazzo mi pareva e quando stracazzo mi pareva, ma soprattutto SE mi pareva; di vedere il "mondo", di esplorare strade e percorsi su cui mi sarei perso poi decine e decine di volte, insomma la libertà di scappare dalla solita routine del paesello che tanto è bello ma tanto porca troia ti relega in quei quattro soliti miseri chilometri quadrati quando fuori invece c'è tutto un mondo che ti aspetta e tu se vuoi te lo puoi prendere. O quantomeno ci puoi provare. Feci la patente e superai brillantemente gli esami. Non è vero, non li passai brillantemente però lì passai subito e tanto mi bastava, eccheccazzo. Quello stronzo dell'esaminatore di guida mi tenne lì tre minuti a farmi cacare sotto con i goccioloni freddi che mi scendevano lungo la schiena, facendomi credere che non ero idoneo a condurre un autoveicolo per una cazzo di frazione di puttanata che avevo fatto, tra l'altro per l'agitazione, mica perchè ero imbranato. Comunque. Era il 16 luglio 1997, e di lì a poche settimane sarei andato in vacanza con gli amici. La prima vacanza "da solo", senza il controllo dei miei genitori. Yuhuuuuu!!! Ricordo che prima di partire quel fratocuggino del mio amico mi disse oh, và che mio papà nel piazzale ha in vendita l'auto che fa per te. All'epoca io sapevo alla perfezione qual'era l'auto che faceva per me: un'auto bella, sportiva, aggressiva, con un motore della madonna, veloce, che attirasse le ragazze come il miele gli orsi (all'epoca credevo che la macchina giocasse un ruolo fondamentale in quello, l'avevo imparato da Vasco in Colpa d'Alfredo: per me è la macchina che c'ha -il negro- che conta!), che non bevesse un cazzo e che soprattutto che costasse poco. L'auto che mi propose il mio amico fu una Uno diesel (manco turbo) del 1993, appartenuta a un veterinario che percorreva per il 99% strade sterrate piene di buche, con la fantascientifica potenza di 54 cavalli bolsi e con la bellezza di 119.500 km, per la modica cifra di soli settemilionicinquecentomila lire. Praticamente 'nammerda color verde petrol con attaccate quattro ruote. Optai comunque per quella, perchè ovviamente la macchina per come l'avevo idealizzata io nella realtà non poteva esistere, anche se in fondo all'intestino crasso continuavo sempre a sperarci. E allora andai dal babbo. Papà, lo sai, sono sempre stato un bravo figliuolo, non ho mai creato problemi, sono sempre stato promosso, lavoro assiduamente come un negro anche se non sono mai stato citato nelle canzoni di Vasco e verso una buona parte del mio stipendio in casa, non m'hanno mai messo in galera, non bevo non bestemmio non fumo e non mi drogo, cioè, voglio dire: non è che mi comperi la macchina? Sai, là da Diego c'è una Uno che costa solo sette milioni e mezzo, gli ho dato un'occhiata e sembra l'auto perfetta per me... va a piano, non è un bolide di quelli che fanno schiantare su un albero i diciottenni... poi sai che io sono bravo no?! Cioè, non voglio insistere, ma hai capito vero? Eh? Eh? Eh??? ;-D

Quindi partii per le vacanze, e quando tornai a casa ecco la sorpresa di tutte le sorprese: parcheggiata in garage c'era una Fiat Uno verdona, pulita, profumata, con l'Arbre Magique attaccato allo specchietto retrovisore e porco cazzo la figata era che questa macchina era tutta mia. Grazie della sorpresa papà, grazie, grazie, grazie!!!!! Per l'occasione ebbi un attacco di cuore, o forse anche due, quasi mi pisciai addosso, mi misi a scondinzolare, cacciai un ululato e saltai subito sul sedile di guida per correre immediatamente a fare il giro da tutti i miei amici: all'epoca non esistevano ancora i cellulari nè internet, o magari i cellulari sì, ma io per motivi che mi pare superfluo enunciare il cellulare manco sapevo che cazzo era. Insomma, ora ero un bambino felice. Anzi, felicissimo. Felicissimo del regalo, e felicissimo della mia macchina. Anzi, felicissimo del mio rottame, perchè di lì a una settimana cominciò a rompersi qualsiasi cosa stesse posizionata sotto al cofano, ma non tutto insieme: un pezzo per volta, per i successivi sei mesi. Fa niente, io pagavo, bestemmiavo, smadonnavo però ero felice lo stesso: avevo la mia macchina, ci avevo messo un'autoradio da sturbo e avevo un'impianto stereo che se alzavo il volume esplodevano i finestrini, andavo dappertutto e mi sentivo Dio. Anzi, ero Dio. Cioè, lo sono ancora, mica che nel frattempo ho ceduto il posto a qualcun'altro, solo che allora avevo iniziato a esserne consapevole. La mia macchina cazzo. Figata. Ci macinavo chilometri e chilometri, qualche anno dopo in una sera d'esate ne feci addirittura 134 gironzolando solamente avanti e indietro per il paese con i soliti 4 buzzurri dei miei amici. Figurarsi quando andavo a fare un giro in giro, il Camel Trophy mi faceva una pippa. Ah... che soddisfazioni quell'auto!

Gli anni passavano, e io ero sempre più contento di quel merdaio verdone che non lavavo mai, nè dentro nè fuori, con gli interni dei sedili strappati, con la fiancata sinistra distrutta, con le piante di granturco che crescevano nel baule, con le marce che grattavano, con la pompa del gasolio che ogni tanto partiva da sola e accelerava fino a 2500 giri, con gli ammortizzatori scoppiati, con il cruscotto che non si illuminava più, con i tweeter davanti che erano esplosi, con il contachilometri che continuava a girare e girare e girare e con l'assicurazione che ogni anno grazie a dio costava sempre qualcosina meno. Dicevo, gli anni passavano e io diventavo grande. Un giorno mio padre mi prese in disparte e mi disse: figliuolo, è ora che tu inizi a preoccuparti dei tuoi affari, mi sono scassato il cazzo di tenerti la contabilità della banca ma soprattutto è giusto che lo faccia tu, non puoi fottertene sempre a questo modo. Ah, va bene cazzo, in effetti hai anche un po' ragione; dai insegnami tutto. Tu mi dici quello che devo fare, e io lo faccio. Ancora non esisteva Pino La Lavatrice, ma io ero già un suo adepto. Così, dopo aver appreso la teoria, pigliai quel cazzo di faldone relativo al mio conto in banca e iniziai a tenerlo aggiornato ad ogni movimento che facevo: prelievi, bancomat, stipendi, assegni, interessi, cazzi e mazzi. Un giorno mi pigliò la curiosità. Ma da quando cazzo è che c'ho sto conto io? Presi a sfogliare all'indietro le schede del faldone, fino a quando arrivai a una scheda in particolare sulla quale mi soffermai. Era la scheda di agosto dell'anno del signore millenovecentonovantasette. Notai che quel mese ci fu un prelievo dal mio conto corrente di settemilionicinquecentomila lire, tanti quanti ne erano serviti per comperare la Uno. Toh, guarda un po' che coicidenza! Sì ma, un momento, che cazzo ci ho comperato io con quei soldi? Faccia con espressione da paracarro. Uno, due, tre, quattro secondi... poi l'illuminazione arrivò, e capii. Poi bestemmiai. Mio padre mi aveva regalato l'auto con i miei soldi. Riavvolsi il nastro della mia mente, e ripensandoci bene in effetti all'epoca gli chiesi di comperarmi la macchina, non di regalarmela. Fu lì, davanti al faldone della banca che capii di essere sì un dio, ma il dio dei pirla però. E capii anche a cosa cazzo serviva la delega di firma sul conto.

4 commenti:

  1. Storie di vita vissuta.
    Io ho cominciato guidando la citroen AX 4x4 verde scuro di mia mamma, ma solo dopo 2/3 guide con la scuola guida.
    La polo del Papy l'ho guidata si e no 2/3 volte con lui rigorosamente di fianco e solo dopo aver preso la patente!
    La "mia" prima macchina (regalata dai miei - certo avevano regalato la prima macchina ai miei big brothers se non la pigliavano a me... grrr) cmq la prima fu una opel agila rottamando la ax e che ancora guida mia mamma.
    Poi ho preso la mia attuale Pandina 4x4, MIA, pagata io, intestata a me, ecc... grandi soddisfazioni questo pandino, soprattutto sulla neve!! =)

    RispondiElimina
  2. siiiiiii!!! io anche ho un'auto a trazione integrale, sulla neve è il massimo della vita :D
    e comunque la prima macchina è come il primo amore: non si scorda mai! anzi, non è vero, il primo amore magari te lo scordi, ma la prima macchina no... eheheh

    RispondiElimina
  3. Venerdì qui c'era una strada allagata (come al solito, basta che piova un po' e i tombini s'intoppano) cmq mitico pandino! Allagamento superato! =)

    RispondiElimina
  4. il pandino 4x4 c'ha anche le pinne!!!

    RispondiElimina