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mercoledì 12 dicembre 2012

La vita non è una fiaba. Oltre a quella professionale anche la mia vita privata potrebbe volgere al peggio.

Stu cazz 'e lavoro 'emmerd, tengo un sacco di grattacapi. Pensieri. Parole, opere e omissioni. Giornata del cazzo, conti che non tornano, uomini insulsi, donne che la morte a confronto è un germoglio primaverile. Torno a casa e ad aspettarmi c'è un albero di Natale finto, senza addobbi. Il massimo della tristezza, un fantasma ululante sarebbe stato meno spettrale. Domani sarà un altro giorno, peggio di quello appena passato. Ogni ulteriore giorno di lavoro è un passo in più verso la catastrofe, sto e stiamo facendo tutto quanto ci è possibile fare ma ci stiamo a dimenare come tonni in una tonnara. Non serve a un cazzo. Politicanti di merda, banchieri del cazzo, economisti di sta cippa. Possa la peggiore di tutte le pestilenze del millennio strapparvi alla vita e trascinarvi negli inferi senza pietà alcuna. Io grazie a voi già starò là, e vi accoglierò a colpi di cacciavite negli occhi.

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