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venerdì 10 agosto 2012

Grazia, Graziella e grazie al cazzo

Stamattina ho visto un ragazzino troppo giusto. Era già in età motorizzabile, e stava pedalando per il paese in sella alla sua bici mezza demolita. Una Graziella. Porca troia che evento! E' già raro vedere un ragazzino che non abbia il culo poggiato su uno scooter, ma sono anni che non ne vedevo uno con la Graziella. A dire il vero sono proprio anni che non vedo più nemmeno la Graziella eh, ma appunto figuriamoci vederci sopra un giovine. Cazzoporco, ai tempi la Graziella era anche la mia bici. Mia... cioè, avevo sequestrato e fatto mia quella che parecchio tempo prima fu la bici bella di mia madre, e come tutti i ragazzini debosciati ero stato capace di distruggerla in pochi mesi dopo che era stata conservata con tanta cura per anni e anni nella cantina del nonno. Aveva un copertone bianco e uno nero, la sella bucata, era "sgrentata" in ogni dove, a un certo punto le mancava anche una staffa, il campanello però scampanellava abbestia ed era una goduria rompere i coglioni per tutto il paese con quell'aggeggio malefico. Con la Graziella ci andavo dappertutto: a scuola, a pescare, al fiume, per le campagne, a correre, impennavo, ci andavamo in due e quello dietro poteva scegliere se stare seduto o in piedi, e a volte ci andavamo anche in tre. Detta così con quest'ultima frase la Graziella più che una bici potrebbe sembrare una gran bagascia, in realtà era una fedele compagna di avventure. Finquando però non la mollai per un Sì, nonostante il mio sogno erotico mostruosamente proibito fosse la Vespa. Ma questa è un'altra storia. Che dato che non c'ho un cazzo da fare vi racconto brevemente: del Sì ero innamorato, era troppo ficuficu anche se non andava avanti neanche a incularlo. E poi cazzo, vuoi mettere andare in giro in due col Sì come si sta comodi? Qualche mio amico aveva il Ciao, e ogni volta che ci si andava in due si faceva a gara per chi doveva soffrire di più: quello che guidava doveva prendersi la punta del sellino nel culo, quello dietro scaricava tutto il peso del suo corpo sulle palle, che erano l'unica cosa appoggiata sulla sella. La Vespa però continuava a piacermi nonostante col Sì mi trovassi benissimo, e per anni, anche dopo aver preso la patente, l'ho sempre guardata con l'occhio languido. Però. Però l'altra sera ero a casa del fratello di un mio amico e in cortile aveva due Vespe. Mi ha detto che se la voglio una me la vende. Raga', mi son pisciato addosso... vi dico solo questo.

2 commenti:

  1. Mitiche le Grazielle... io usavo spesso quella della mia sister ed era davvero indistruttibile. Ho persino dubitato che le assemblassero su qualche altro pianeta, con qualche materiale segretissimo alieno!
    La Vespa: bellissima. Mio papà ne aveva una, anni 50, poi l'ha venduta...

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  2. pure il mio ne aveva una, di quelle che avevano ancora il faro rotondo... quando l'ha regalata a mio zio mi è scesa una lacrimuccia grande quanto l'oceano indiano!

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