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mercoledì 10 ottobre 2012

Un nonno bello come il sole

A metà mattina mi sono pigliato un caffè al bar. Appena uscito poi mi sono messo in bocca una PIP, la mitica caramella del fumatore (anche se io non fumo più). Pochi attimi ed è stato subito un turbinìo di ricordi: quel sapore che mi si è sprigionato in bocca e che è passato attraverso il respiro aveva il profumo del nonno. Il nonno aveva sempre in tasca le PIP e sentendo lo stesso profumo che emanava lui ho chiuso per alcuni istanti gli occhi trovandomi indietro di vent'anni. Che bello il mio nonno paterno, nelle foto di settant'anni fa pareva un attore dei tempi andati, avrebbe potuto avere ai suoi piedi un sacco di donne ma stravedeva solamente per la nonna, con la quale aveva un rapporto di complicità unico anche dopo 50 anni di matrimonio. Uomo integerrimo, carabiniere per sette anni fino alla fine della guerra, ha portato per tutta la sua vita con sè quel portamento e quell'atteggiamento pacato ma allo stesso tempo fermo e deciso che connotavano anche il suo humor e il suo ridere sotto i baffi nelle situazioni più comiche all'interno dell'ambito famigliare. Tirò su una famglia di quattro figli facendo l'ambulante e allo stesso tempo teneva anche qualche mucca, un paio di maiali, conigli e galline che venduti o mangiati aiutavano a sfamare tutti. Racconta mio padre e raccontano gli zii che quando erano piccoli lui era solito dire loro le cose una sola volta, e la dovevano fare immediatamente perchè una seconda volta non lo ripeteva: era un'"ostia!" con una bonaria pedata nel culo e uno scapaccione simultanei. Così sono cresciuti mio padre e i suoi fratelli. Col nipotino Smilzo invece non ha mai neppure alzato la voce (sono sempre stato bravissssimo), quando d'estate o la domenica mi capitava di stare con lui giocavamo a carte, lui era un veterano della briscola giocata all'osteria e non riusciva ad accettare che un bimbetto di 7/8 anni riuscisse a batterlo con la tecnica della fortuna sfacciata, mentre lui riusciva a tenere a mente tutte le carte già giocate. D'estate poi mi voleva con lui anche quando c'era da ammazzare i conigli, e le prime volte rimanevo un po' disorientato perchè aveva una tecnica diversa da quella del nonno materno. Che robe. Ripensandoci, da piccolo uccidevo conigli a cui avevo voluto bene senza alcun rimorso, perchè erano allevati apposta per essere mangiati. Oggi invece a pensare di tirare il collo a un coniglio, pure se sconosciuto, mi si stringe il cuore. Non che non lo farei, ma lì per lì mi spiacerebbe tantissimo per lui. Bah. Chissà cosa avrebbe detto il nonno oggi se gli avessi confessato questo mio eventuale dispiacere. Probabilmente mi avrebbe cacciato un'ostia, dicendomi di non stare tanto a fare il sofisticato che era un coniglio nostrano dieci volte migliore di quelli che si comperano al supermercato.

"Vàrda che te végnes bèl èl nimàl!"
"Preoccupati che il maiale ingrassi", perchè stringi stringi questo contava alla fine.
Il nonno era senza dubbio un uomo pratico e senza fronzoli per la testa.

4 commenti:

  1. Che bel ricordo! Io purtroppo ho conosciuto solo mia nonna paterna che tanto cara e buona non era.

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  2. Grande uomo pragmatico in nonno-Smi!! :-D

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  3. mi spiace pulce, è un doppio peccato... :(

    niko, il nonno paterno era davvero uno che badava al sodo! :)

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