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giovedì 13 settembre 2012

Seconda volta negli USA, prima parte (e forse anche l'ultima)

Era dal 1995, quando appena sedicenne ascoltavo la canzone di Natale di Radio Deejay dove Cecchetto veniva pronunciato Sisscèdo, che mi chiedevo come sarebbe stato sentir pronunciare il mio cognome da un anglofono. La mia curiosità venne soddisfatta, purtroppo, all'aeroporto LAX di Los Angeles nel 2008. Io ed un mio amico eravamo appena atterrati lì, quando appena scesi dall'aereo subito ci separammo: lui con il suo passaporto americano prese il corridoio per gli U.S. Citizens, io invece quello per il resto del mondo. Vedendo la coda che c'era dalla mia parte pensai: Cristo, qua gli tocca aspettarmi fino a mezzanotte... perchè il resto del mondo era veramente il resto del mondo, ovvero sembrava proprio che tutti gli abitanti del pianeta Terra arrivati da Europa, Cina, Thailandia, Australia, Giappone, Malesia, Porkalaputtanistan ecc. fossero lì ad aspettare di varcare questa cazzo di dogana americana. Vabbè cazzoporco, aspetterà, che cazzo ti devo dire. Ah, parentesi, sotto a un tetto di travi di cemento armato dello spessore di 47 km il telefonino col cazzo che avrebbe potuto prendere. Fatto sta che un'irdadiddio di tempo dopo, una volta varcata la dogana, l'interrogatorio, le impronte digitali, l'ispezione anale (no su questa sto scherzando), finalmente passai oltre e andai a prendere il mio bagaglio, convinto di trovare il mio compare ormai appisolato dopo la lunga attesa. Una volta arrivato là non trovai un cazzo di nessuno con un volto conosciuto, trovai soltanto il mio bagaglio e niente più. Opporca, il ritrovo era questo... fammi andare dall'altra parte. L'altra parte era il punto dove era passato lui, ma lì ormai non c'era più nessuno. Il telefonino morto. Ziopera. Chissà dove cazzo è andato. Avanti e indietro, indietro e avanti. Ad un certo punto dai megafoni dell'aeroporto sentii annunciare: Mr. XXXXXXXXX bla bla bla ci ci ci e cu cu cu, asganaway. E la cosa fu ripetuta 2 volte: Mr. XXXXXXXXX bla bla bla ci ci ci e cu cu cu, asganaway. Mr. XXXXXXXXX bla bla bla ci ci ci e cu cu cu, asganaway. Alla terza volta pensai, cazzo ma XXXXXXXXX forse sono io! Spetta spetta spetta, che cazzo ha detto questo??? Ci ci ci... cò cò cò... Asganaway??? Porca troia... spè spè spè, asganaway... mi han detto di andare di là... porca puttana quel pisquano si è fatto arrestare! Lo sapevo che non la passava liscia quel coglionazzo... mentre son lì che bestemmio mi vedo venire incontro un distinto signore sulla settantina, alto, magro, camicia bianca, capelli bianchi pettinati con la riga, occhiali da vista con la montatura dorata che mi fa: Mr. XXXXXXXXX? E io, euhm... yes! I am XXXXX XXXXXXXXX, what's the problem? Alchè questo signore, in uno stentato italiano mezzo spagnolo e mezzo americano mi disse di seguirlo, il mio amico era stato trattenuto e aveva chiesto di me. Quando arrivammo al gabbiotto mi disse di non muovermi da lì e di aspettare, nel mentre vedevo il mio amico seduto su una seggiola con le braccia conserte nel tipico atteggiamento da bullo delle gang di strada che più di una volta avevo visto nei telefilm. Bene pensai, a lui di fisso lo mandano sulla sedia elettrica, speriamo non si inculino anche me. Quel che successe poi è un'altra storia, che racconterò brevemente perchè adesso suora ladra devo andare a lavorare. Il mio amico viaggiava con doppio passaporto, ovvero nel pratico proprio con due passaporti distinti: uno italiano e uno americano. Lui era entrato con quello americano, ma ad un controllo gli trovarono pure quello italiano. Lui che nonostante fosse mezzo americano parlava inglese così come un cammello egiziano riesce a capire un dialetto norvegese, non gli seppe dare una giustificazione esaustiva e quindi le autorità lo trattennero per capire chi diavolo fosse e cosa stracazzo avesse in mente. Riuscì poi a cavarsela in spagnolo, ma il suo solito atteggiamento da duro ribelle dei bassifondi costrinse gli sbirri a tenerlo lì per un paio d'ore finchè non si stufasse di giocare al piccolo gangster, mentre io da fuori gli mimavo coglionazzo, togliti il berretto, assumi una posizione educata e sorridi così ci leviamo dal cazzo! Pirla! Quando alla fine lo rilasciarono l'avrei strangolato, era la seconda volta che gli succedeva e non si era minimamente preoccupato di premunirsi preparando un bel discorso oppure viaggiando con un passaporto solo. Nel frattempo avevamo sforato di brutto sul programma, dovevamo ancora andare a pigliare l'auto a noleggio e far sapere a casa, in Italia, 9 ore più avanti, che noi eravamo arrivati. Fu in quel momento che scoprii che il mio nuovo cellulare patacca in America non funzionava. Bestemmiai. Quello del mio amico invece non prendeva la linea. E bestemmiammo in coro. Ma questa è un'altra storia, l'inizio di una nuova avventura on the road che durò una decina di giorni, ma che adesso non ho il tempo di raccontare. Però almeno adesso sapevo come si pronunciava il mio cognome in inglese.


Ah, se i tempi verbali sono a cazzo me ne fotto, non c'ho mica tempo di star qua a stare attento e ceercare di scrivere in italiano!

5 commenti:

  1. Grande Smi! Ti leggo sempre molto volentieri :-)

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  2. grazie niko, se fossi in galera penso che passerei la maggior parte delle ore della giornata a leggere e scrivere... mi piace tantissimo! anzi un giorno, fra 40 anni, se andrò in pensione, penso che frequenterò anche un corso di scrittura! :)

    pulce, uuuuh... ne avrei da raccontare! ma avventure vere!!! :D

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  3. Beh, ti auguro di non finire mai in gattabuia, ma di trovare il tempo necessario per coltivare questa passione della lettura/scrittura, sì! Un abbraccione

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  4. ma speriamo anche prima di andare in pensione!!! anche perchè la pensione non esiste ormai... :-s

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